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Un interessantissimo libro scritto dal Dottor Richard Wiseman, ha in qualche modo rivoluzionato il modo di leggere e vedere il fattore fortuna.
Vi siete mai chiesti perché alcuni giocatori sono fortunati e vincono, mentre altri che sono sfortunati perdono? E’ veramente questione di fortuna o scalogna, oppure dietro c’è qualcos’altro?
La sorte dipende da noi, oppure ha vita propria? Cioè in breve esiste la Dea Bendata che decide chi baciare?
Tutte domande che meritano una bella risposta. Domande alla quali il dottor Wiseman ha cercato di dare risposta tramite lo svolgimento di un interessantissimo esperimento scientifico.
Reclutando qualche centinaio di persone le ha sottoposto ad un test, pronosticare sul lancio di una moneta.
Ad ogni lancio, chiedeva loro di scegliere su testa o croce.
Dopo 20 lanci, senza che i giocatori avessero avuto modo di prendere nota dei risultati ottenuti, ha chiesto loro quanti lanci pensavano aver indovinato.
Dall’esperimento è emerso che, gli ottimisti tendevano ad incrementare le risposte che ricordavano di aver dato in modo corretto, i pessimisti al contrario erano portati a diminuirle.
In breve, chi si sente fortunato tende a ricordare più spesso i fatti positivi e di contro a dimenticare quelli negativi, chi invece si sente sfortunato si comporta in modo opposto.
E’ vero dunque che chi si sente fortunato vince di più, ma solamente perché gioca di più, non è detto però che in senso assoluto sia vincente, è questo perché ricorda più facilmente i successi, mentre dimentica che in altre occasioni ha anche perso. La conclusione di Richard Wiseman è che nei giochi di fortuna, e non quelli di abilità, tutti abbiamo le stesse possibilità, prima o poi la statistica prende il sopravvento e la fortuna e la sfortuna si allineano.
Così, chi gioca un gratta e vinci di tanto in tanto e poi non vince, è chiaro che ricorderà solo di non aver vinto, specie se pessimista. Un giocatore assiduo invece, di contro, avrà maggiori possibilità di vincere, ma solo perché gioca di più, non perché più fortunato, e se ottimista ricorderà più facilmente i grattini che lo hanno premiato, dimenticando quelli perdenti.
Certo è, che quando leggo che una donna ha per ben due volte vinto nel giro di 4 anni il primo premio della lotteria, 11 e 7 milioni di euro, oppure che un giocatore di gratta e vinci ha vinto due volte il premio massimo con due gratta e vinci differenti, a me qualche dubbio sorge!
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