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Floating – poker strategia di contrasto alla continuation bet

Dopo aver visto la strategia della continuation bet, ed il check raise come contromossa per contrastarla, affrontiamo un’altra strategia, più complessa probabilmente, ma anch’essa da utilizzare per contrastare una continuation bet.

A differenza del check raise che si fa fuori posizione, il floating va fatto in posizione.
Supponiamo quindi di giocare con K piccheQ quadri dal bottone: I primi giocatori passano, un giocatore prima di noi rilancia e noi facciamo il call, i bui passano e quindi ci ritroviamo a giocare la mano in posizione.

Al flop scendono le seguenti carte: 3 fiori – 7 picche – 8 cuori
Un flop con tre carte di seme diverso e senza aver legato nessun punto.
L’avversario farà sicuramente la sua continuation bet, forte del rilancio preflop e di un flop poco rischioso per lui. A questo punto, invece di passare, o di rilanciare, decidiamo di fare un semplice call.

Al turn esce un 8 e fondamentalmente non dovrebbe modificare nulla. Adesso l’importante per noi è vedere come si comporta l’avversario.

Un check avversario è segno di debolezza soprattutto dopo un raise al preflop ed una puntata al flop. Potremmo dunque interpretarlo come un tentativo non riuscito di continuation bet al flop. Puntare adesso significa sfruttare la debolezza avversaria anche senza aver nulla in mano.
Attenzione a non esagerare troppo o si rischia di mandare il segnale di bluff, puntare le stesse chips presenti nel piatto dovrebbe bastare.

La strategia del floating è poco utilizzata, soprattutto dai meno esperti, ma se fatta bene è altamente remunerativa.

Continuation bet, quando e come utilizzarla

La continuation bet è una delle strategie più usate sia dai principianti che dai giocatori più esperti.
E’ facile da usare e molto potente, ma bisogna stare attenti sia nell’utilizzarla, che nel non abusarne.

La continuation bet può essere usata sia in buona posizione al tavolo, sia fuori mano e ci permette di vincere il piatto anche senza aver floppato una buona combinazione.

Supponiamo una mano nella quale con A-J di cuori giochiamo dal bottone. 2 avversari prima di noi decidono di puntare, ma nessuno rilancia, molto probabilmente la nostra mano di partenza è la più forte, ma per non bruciarla dobbiamo buttare fuori gli avversari, o al massimo giocarcela in heads up (uno contro uno), per questo motivo decidiamo di rilanciare.

Se qualche avversario dovesse chiamarci e il flop risultasse bianco, allora potremmo provare una contination bet, cioè puntare dopo un rilancio preflop.

Supponiamo quindi che un avversario prima di noi veda il raise.
Se qualcuno decide di chiamarci, sia in posizione che fuori posizione, la continuation bet va fatta se il flop non desta pericoli. Per esempio, un flop 3-3-8 o 7-2-10 non ci migliora, ma molto probabilmente non fa legare niente neanche all’avversario. In questo caso una nostra puntata solitamente lo farà fuggire.

Supponiamo invece un flop con K-Q-5, questo genere di flop sono molto pericolosi, perché se l’avversario ci chiama dopo un forte rilancio, sono davvero alte le probabilità che abbia legato una coppia con K o Q. Lo stesso potrebbe dirsi con un flop di 3 carte dello stesso seme.

Questo non vuol dire che la continuation bet non si debba o non si possa provare, ma in questo caso il rischio sarebbe quello di dover affrontare un raise, un all-in o una eventuale puntata o raise al turn – river

Prima di proporre una continuation bet dovete:
Analizzare gli ventuali rilanci preflop
Interpretare il flop

Se siete voi vittime della continuation bet, la potete affrontare con due contromosse:
Il check raise
Floating