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Un strategia essenziale: il Re-Steal

re-steal

Il Re-Steal è una strategia che viene utilizzata per combattere lo steal, ovvero il tentativo da parte di un avversario di rubare i bui. La tecnica deve essere utilizzata correttamente e nelle giuste situazioni, altrimenti può dimostrarsi parecchio deleteria.

Questa è una di quelle strategie che vanno utilizzate su misura, nel senso che bisogna inquadrare i giusti avversari affinchè la stessa funzioni correttamente.

Cosa significa re-steal: Fare re-steal significa rilanciare un avversario che si sospetta essere in bluff, e che ha bettato con l’obiettivo di rubare i bui.

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12 libri per imparare il poker texas hold’em

libri poker 12 libri per imparare il poker texas holdemMolti giocatori professionisti, dopo anni e anni di tornei, sit and go e tavoli cash game, assicurano di avere ancora tanto da imparare.
E’ per questo che nel poker, così come in tanti altri campi, vige una regola fondamentale: Non si smette mai d’imparare.

Leggere qua e la articoli e strategie sul poker è sicuramente un sistema per acquisire gli elementi basilari, l’esperienza poi si acquisisce sul campo, con il rischio chiaramente di perdere del denaro durante il primo periodo d’attività.

Per limitare al massimo questi rischi noi vi suggeriamo d’iniziare cautamente, giocare tavoli da 50 centesimi o 1 euro, ma soprattutto di documentarvi sul poker texas hold’em.
A tal proposito, vogliamo consigliarvi la lettura di alcuni dei migliori libri sul poker in circolazione.

Ad esempio, per tutti i neofiti, per coloro che si approcciano per la prima volta al settore, potrebbe essere interessante leggere un buon libro di 209 pagine intitolato CORSO RAPIDO TEXAS HOLD’EM. Il libro ha come Titolo originale: “Crash Course in Beating Texas Hold ‘em” pubblicato in USA nel 2025 e tradotto in Italiano.

Più recente, con un numero di pagine inferiore, 128, ma soprattutto di origine Italiana (autore Andrea Cannizzaro) è il titolo “IL TEXAS HOLD’EM IN 4E4’OTTO”
Il titolo del libro dice tutto, è possibile imparare il gioco in breve tempo. Adatto a chi non conosce neanche le regole, per chi vuole introdursi in meccanismi e strategie.
Vengono spiegate tutte le fasi di gioco e definiti i termini tecnici.

Senza dimenticare “DAL TEXAS HOLD’EM A LAS VEGAS”, un libro alla cui stesura ha partecipato anche il mitico Luca Pagano. Il testo infatti non è un semplice manuale sul poker Texas Hold'em, ma un insieme di esperienze, consigli, espedienti, tattiche, oltre che strategia e matematica.

Un testo molto completo, composto infatti da 323 pagine, è NO LIMIT HOLD ‘EM – TEORIA E PRATICA che vede come autori: David Sklansky – Ed Miller. Si tratta di un testo succoso d’informazioni, preciso, di livello, adatto forse ai più smaliziati.
Un’altra guida molto seria ed articolata sul poker, sempre di David Sklansky, è TEORIA DEL POKER. 420 pagine di teoria sul poker per chi possiede qualche base, ma ancora non ha chiaro tutto il resto.

Per i più esperti consigliamo invece LA GUIDA COMPLETA AI TELL NEL POKER, un libro interamente in lingua Italiana che spiega come sconfiggere gli avversari sfruttando i loro punti deboli, ovvero i tells, cioè i segnali del corpo: Occhiate, modi di fare, azioni, discorsi, movimenti che tutti i giocatori fanno quando hanno un buon punto o quando stanno bluffando.

Per chi fosse interessato a migliorare il proprio gioco nei sit and go suggeriamo I SEGRETI DEI SIT'N'GO” NON STANDARD, di Phil Shaw, mentre per chi fosse interessato al gioco online, in libreria si trovano titoli come KILLER POKER ONLINE dominare il gioco su internet, oppure INTERNET – VINCERE I TORNEI DI POKER VOL. 1 e VOL. 2 e VINCERE I TORNEI di Niccolò Caramatti.

Per concludere ricordiamo che bluffare è un’arte. Sono bravi tutti a vincere con le carte migliori, ma a farlo senza niente in mano, o quasi, solo in pochi ci riescono. Ecco perché IL LIBRO DEI BLUFF vi spiega come vincere con il bluff, come e quando bluffare.

L’arte del saper bluffare

bluff Larte del saper bluffareSaper bluffare è più difficile di quanto si possa credere. Chiunque può rilanciare senza avere nulla in mano, o per utilizzare le parole di Luca Pagano, essendo in bianco rovinato, non tutti però sono capaci di far foldare l’avversario.

In parole povere, un bluff, per ben riuscire deve essere credibile.
Iniziamo col dire che un bluff non si improvvisa, ciò appunto serve ad evitare che venga facilmente scoperto.

Un bluff va pensato, va ragionato e va studiato come una vera e propria strategia.
Ad esempio, una mano pre-flop come AA, come la giochereste?
Di norma rilancereste giusto?

Sapete che solo una piccola percentuale di mani giocate si concludono allo showdown? Questo vuol dire che la maggior parte delle mani si concludono con il fold di tutti i giocatori, tranne uno (quello che si aggiudica il piatto), quindi, chi vi dice che non abbia bluffato?

In sostanza, se volete che un bluff si concluda in modo positivo, le carte in mano vanno giocate come se aveste un buon punto, quindi, se ad esempio volete rappresentare una coppia d’Assi, si rilancia pre-flop e si va in continuation bet al flop.

Attenzione però a non bluffare contro quei giocatori che non mollano mai una mano, sarebbe contro producente.
In generale, prima di far partire un bluff è sempre meglio valutare il tipo di giocatore che si ha di fronte. Giocatori loose che non mollano mai la presa non si conciliano con li bluff.

Giocatori invece più prudenti e/o deboli sono invece i migliori.

Quando si bluffa si tiene sempre conto del numero di chips proprie e di quelle dell’avversario:
Se ad esempio si hanno poche chips, un all-in pre-flop puzza sempre di bluff, di conseguenza, gli avversari sono spesso indotti al call anche senza possedere una mano eccellente.

Inoltre, sempre nell’ipotesi di poche chips, anche un bluff contro il chip leader potrebbe non riuscire, e questo perché l’investimento in chips dell’avversario sarebbe irrisorio rispetto allo stack posseduto.

La riuscita del bluff dipende anche dall’immagine che gli avversari hanno di noi. Se gli altri ci vedono come giocatori solidi e chiusi, un nostro rilancio sarebbe tranquillamente letto come il segnale di un punto forte. Viceversa, se giochiamo molto aperti, e quindi rilanciamo spesso, ogni rilancio sarebbe visto come normale.

Non dimenticate infine, che un bluff si realizza oltre che su misura dell’avversario, anche in base alle carte presenti sul board.
Flop di questo genere A-K-Q, con alcuni avversari ancora in gioco, sono troppo pericolosi per tentare un bluff.

Come utilizzare lo steal e il resteal nel poker

rubarebui Come utilizzare lo steal e il resteal nel pokerSiete nella posizione di buio (grande o piccolo che sia) e ancora una volta subite pre-flop un raise standard x3 dal giocatore che vi precede. Questa azione è quella che viene chiamata Steal, bene o male traducibile in rubare (solitamente i bui).

Lo steal è una delle attività più fastidiose che un giocatore di poker possa subire, soprattutto se attuata in modo corretto e con costanza dagli avversari.
Imparare a rubare i bui e soprattutto a difendersi tramite il resteal è una di quelle cose che distingue i giocatori di poker da chi gioca a poker.

Lo steal non serve solo a rubare i bui, ed in generale il piatto, ma anche a confondere e a non dare punti di riferimento agli avversari. Se ogni volta che ci si trova da bottone si tende a rilanciare, sia che si abbia una monster (mano molto forte), sia che si abbia solo una buona mano, l’avversario avrà notevoli difficoltà di lettura. In breve, a causa della frustrazione rischierà spesso di rilanciarvi o di vedere con mani mediocri.

Si parla invece di resteal per indicare quella azione tesa a difendersi da uno steal.
Riproponiamo l’esempio precedente: Ci troviamo in posizione di grande buio e il bottone rilancia come al solito per 3 volte. Tuttavia, da alcune informazioni siamo convinti che l’avversario abbia rilanciato con brutte carte, quindi, anche se noi abbiamo una mano mediocre decidiamo di difenderci e di fare resteal, ovvero re-raise.

Considerato che le variabili sono tantissime, come ad esempio l’immagine che gli avversari hanno di te, il livello di gioco e l’aggressività al tavolo, la fase del torneo, tavoli cash o tornei e via discorrendo, non è facile sapere quando fare steal, ma ancora più difficile è capire quando l’avversario è in steal e quindi fargli resteal.

In linea di massima si possono seguire delle linee guida generali, sempre da adattare però alle differenti situazioni. Lo steal va fatto solo se tutti i giocatori che parlano in precedenza hanno foldato

Quando fare steal

Da cutoff (ovvero una posizione prima del bottone)
Fare uno steal con:
1. Coppie da 55 ad AA
2. Da A9 ad AK
3. Con KQ, KJ suited, QJ suited
Con AK e con coppia da 10-10 ad AA se si riceve un resteal si rilancia ancora o si va all-in. In tutti gli altri casi se si riceve un resteal si passa sempre.

Dal bottone e dal piccolo Buio
Si fa uno steal con:
1. Tutte le coppie da 22 ad AA
2. Da A9 fino ad AK, da A2 suited ad A8 suited
3. K10, KJ, KQ
4. J-10, QJ, Q-10
Con AK e con coppia da 10-10 ad AA se si riceve un resteal si rilancia ancora o si va all-in. In tutti gli altri casi se si riceve un resteal si passa sempre.

Dal grande buio
Si fa uno steal con:
1. coppie da 10-10 ad AA
2. AK

Quando fare resteal

Dal bottone e dal piccolo Buio
Si fa un resteal:
1. Con AK e con coppia da 10-10 ad AA, se un giocatore rilancia il resteal si va all-in

Dal Grande buio
Si fa un resteal:
1. Con AK e con coppia da 10-10 ad AA, se un giocatore rilancia il resteal si va all-in
2. Con 88, 99, AJ, AQ, se un giocatore rilancia il resteal si folda

Se giochi a poker devi sapere quando e perché puntare

strategia Se giochi a poker devi sapere quando e perché puntare

Non è sicuramente la scoperta dell’acqua calda, ma nel poker sapere quando, quanto e perché puntare è fondamentale per potersi attendere un rendimento positivo.
Eppure, e di questo chiunque me ne potrebbe dare conferma, i principianti, e forse anche qualcuno che gioca ad alti livelli, non sa quando o perché puntare.

Il motivo del puntare è molto semplice: Ci attendiamo (o almeno proviamo) di poter vincere la mano. Sarebbe infatti assurdo puntare sapendo di non poter vincere, non solo perché non si ha un buon punto, ma anche perché si conosce l’avversario e si sa che l’eventuale bluff non funzionerebbe.

La puntata è un investimento, e gli investimenti devono fruttare.

Uno dei momenti obbligatori per puntare è sicuramente quanto si ha una buona mano di partenza, ad esempio AA, KK, AK …. e ci si trova nella posizione giusta per puntare.
Lo stesso può dirsi anche al fop, turn o river quando si ha (o si pensa di avere) la mano migliore.
Spesso, quando si punta, soprattutto al flop dopo il rilancio pre-flop, l’avversario tende a credere in una nostra continuation-bet pensando appunto ad un nostro bluff.
In realtà si ha la mano migliore, ma l’avversario non lo sa, e basta puntare il giusto per evitare che l’avversario possa scappar via.

A volte quindi, puntare quando si ha una buona mano, fa invece credere all’avversario il contrario. Questo non crederà al nostro punto e sarà disposto ad investire chips sul piatto, soprattutto se al tavolo abbiamo l’immagine di giocatori molto loose (aperti) ed aggressivi.

Certo, si può sempre optare per un check o un call a seconda delle circostanze, ma ciò dipende appunto dalla strategia che si sta attuando.

I progetti

Un investimento delle chips può avvenire anche per un progetto. Un progetto non è nulla di certo, è solo una ipotesi di punto. Può rimanere progetto, come trasformarsi in un buon punto (scala, colore), ed è per questo che la puntata deve essere proporzionata al possibile ricavo dell’investimento. Una puntata eccessiva per un piatto troppo piccolo non è conveniente e a lungo andare porterà solo spiacevoli conseguenze, anche se ad esempio potrebbe andarci bene per un primo periodo.

A tal proposito, per valutare sempre quante chips conviene investire nel piatto, vedere l’argomento su outs e pot odds

Il bluff

Nessun grande campione è in grado di vincere solamente con le buone carte. Se aspettate di aggiudicarvi i piatti solo con i buoni punteggi non sarete mai vincenti.
La soluzione è quindi bluffare. Attenzione però perché il bluff va utilizzato con parsimonia e soprattutto nelle giuste occasioni.

Se cercate di bluffare contro un giocatore che viene sempre a vedere, non lamentatevi se il bluff non vi riesce. O se pensate di bluffare con un piatto molto alto, ma puntando poco, è chiaro che nessun avversario con un minimo di capacità mentali lascerà mai la mano.
Valutate dunque:
Avversari
Puntata da fare
Consistenza del Piatto

Come Ingannare gli avversari al tavolo

ionganno Come Ingannare gli avversari al tavoloPrima di spiegarne il funzionamento, individuiamo i:

Punti chiave della strategia

1. Individuare giocatori molto attenti e superaggressivi, giocatori osservatori che prestano attenzione alle giocate

2. Fare alcune giocate da idiota per indurre gli avversari a credere di giocare contro una schiappa, un brocco

3. Applicare la strategia nel cash game deep stack ( stack molto alti (deep stacks) e giocatori competitivi), su tavoli con molti regolari

4. Vincere piatti sostanziosi grazie all’immagine costruita al tavolo

A chi si rivolge la strategia

1. A giocatori con nervi saldi, buon livello di gioco e possibilità di disporre di un certo capitale

2. Esperienza nel cash game

3. Non essere molto conosciuto dagli avversari

Una giocata ingannevole è quella giocata da asino, ma pensata ad hoc per far credere agli avversari di giocare contro giocatori di basso livello.
Una o più giocate del genere, indurranno gli avversari più osservatori nel catalogarvi come giocatori mediocri.
Nella stessa sessione, in altri giorni, o le settimane successive, l’immagine creata sarà utile per vincere molti soldi contro gli stessi avversari

Esempio di giocata:
In mano 5-7 di semi diversi (off suited)
Avversario QQ

Giochiamo dal bottone, l’avversario punta e noi call, al flop Q – 6 – 10
l’avversario check e noi bet, avversario call
al river e al turn J – 2 , l’avversario punta in entrambi i casi, e noi entrambe le volte call.

Una giocata del genere è da vero incompetente e quindi definibile come ingannevole.
E’ chiaro che basta veramente poco per fare una giocata da idiota, l’importante è però scegliere il giusto avversario ed investire il meno possibile.

Altro esempio

noi 7-8
Flop 10 – 9 – A
L’avversario punta e noi all-in
Se l’avversario fa call si accorgerà che siamo disposti a giocarci tutto con un solo progetto di scala. Se folda abbiamo vinto il piatto, giriamo comunque le carte perché lo scopo non era quello di vincere il piatto (anche se male non fa) ma di indurlo a credere che siamo giocatori mediocri.

Se perdiamo un po’ di denaro non importa, il nostro è un investimento che produrrà i suoi frutti successivamente, quando gli avversari, dopo averci etichettato in precedenza non ci penseranno 2 volte a callare i nostri “stupidi” all-in

Il semi bluff nel poker, come utilizzarlo e perché

Il semi bluff, così come il bluff, è un’arma davvero molto potente che, se usata bene può farti guadagnare tante chips

Ma che differenza c’è tra bluff e semi bluff?

Mentre con il bluff si punta o si rilancia con una mano potenzialmente perdente e con zero chance di migliorarla, con il semi bluff si punta o si rilancia con una mano che al momento non è la migliore, ma che può diventarla con il turn o il river.

In sostanza si cerca sempre di far credere all’avversario di possedere una mano forte, ma ci si lascia la possibilità che questa lo diventi realmente con una o due carte successive.

Solitamente viene utilizzato durante un progetto di scala o di colore:

In mano abbiamo 5 quadri - 6 quadri

Sul tavolo al flop Q quadri4 piccheJ quadri

Praticamente abbiamo solo un progetto di colore.

Il tuo avversario punta, quindi, ho decidi di passare o vai in semi bluff.
Se rilanci, il tuo avversario si sentirà in qualche modo spiazzato e quindi potrebbe anche passare, ma molto probabilmente si dovrebbe limitare a fare call. In caso di re-raise è facile invece che abbia una mano davvero forte.

Al turn inizia il tuo avversario che spaventato dal tuo raise molto probabilmente si limiterà al check.
A questo punto se hai chiuso il colore la mano dovrebbe essere tua. Se invece rimani con il progetto puoi decidere di puntare e dare un importante segno di forza sperando nel fold dell’avversario, oppure di fare check e di vedere una carta gratis. Se il tuo avversario dovesse eventualmente vedere una tua puntata non sarebbe tutto perduto perché il river potrebbe regalarti un carta a quadri.

Il semi bluff non lascia molte strade all’avversario che spesso deciderà di passare. Se invece sei tu a sospettare un semi bluff avversario, o passi o giochi aggressivo, per esempio con un re-raise. Le vie di mezzo come il call sono troppo passive.

Come per il bluff, se sospetti che il tuo avversario possa chiudere un buon punteggio, non usarlo.

Il bluff nel gioco del poker, quando e come fare bluff

Il bluff è un’arma potentissima che può farti vincere piatti di notevole importanza, ma è anche un’arma a doppio taglio perché se non viene utilizzata bene può ritorcersi contro e farti perdere tante chips.

Bluffare significa far credere all’avversario, attraverso una puntata o un raise, di possedere la mano migliore per indurlo ad abbandonare il gioco, anche se in realtà con molta probabilità la nostra è una mano non vincente

Un bluff per essere efficace deve essere credibile. Questo significa che l’avversario deve credere realmente nella tua finta forza.

Vediamo un esempio:

Abbiamo in mano A fiori8 quadri
Il nostro avversario ha invece K fiori10 quadri

Al preflop l’avversario punta e noi facciamo call

Sul tavolo al flop esce

10 fiori3 cuori7 fiori

L’avversario ha una coppia di 10, non si sente sicuro e fa check, anche noi facciamo check.

Al turn scende il 5 di picche

L’avversario a seguito del nostro precedente check decide di puntare, adesso scatta il bluff, noi non abbiamo nessun punto in mano, solo carta alta con A, ma decidiamo un sostanzioso raise. L’avversario si sente spiazzato dalla puntata, ci pensa e decide di fare call.

Al river scende un 4 quadri

Tocca a noi, facciamo un All-in, praticamente non abbiamo nulla in mano, ma il nostro avversario non lo sa, lo induciamo quindi a credere che il 4 ci abbia fatto chiudere un buon punto. Il nostro avversario folda.

Bluff perfetto! Ma perché l’avversario dovrebbe foldare? Come dicevo prima il bluff deve essere credibile, di conseguenza:

Se sei un giocatore che bluffa sempre, è difficile che il tuo avversario possa decidere di passare. Non bluffare se non dai una immagine di giocatore solido.

Riduci i bluff nel poker limit, dove attraverso le puntate limitate hai più difficoltà a mostrare la tua forza

Non bluffare contro giocatori che non sono in grado di comprendere lo svolgimento della mano. Un giocatore esperto tende a rispettare le giocate, un giocatore debole è più propenso a vedere molte più mani anche con carte marginali

Non bluffare contro giocatori che vedono qualsiasi mano

Non bluffare se troppi giocatori sono ancora in gioco.

Non bluffare se le quantità delle chips nel piatto non ti ripagano giustamente del rischio corso, in poche parole, non vale la pena fare un bluff per vincere poche chips

Non bluffare se sul tavolo sono presenti delle carte che con molta probabilità hanno fatto chiudere un buon punto all’avversario.

Non bluffare se al tavolo ti trovi in una posizione svantaggiata (sei uno dei primi a dover parlare)

Non bluffare contro chi è decisamente più esperto di te.

Un bluff, oltre a darci la possibilità di vincere un piatto con una mano non vincente, ha anche altre funzioni:

  • Serve a lasciare gli avversari sempre incerti. Se sei un giocatore che non bluffa mai, quando avrai un buon punto, difficilmente le tue puntate saranno viste. Se bluffi sempre, molto spesso sarai visto e le perdite saranno elevate. Se invece dai una immagine di giocatore solido e il tuo bluff è occasionale, anche se viene scoperto può creare confusione al tuo avversario che, nelle mani successive sarà tentato di vederti con una mano marginale quando in realtà tu avrai una mano vincente