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L'importanza della posizione nel poker seconda parte

 


Nella prima lezione abbiamo introdotto il concetto di posizione al tavolo.

La posizione, a parere di molti tra i più importanti professionisti, incide incredibilmente su ogni mano giocata.

I principianti quando iniziano a giocare, guardano solo le proprie carte, i campioni, la posizione al tavolo.
Nell’Hold’em come nell’Omaha, la posizione conta quanto le carte in mano.
Le posizioni si possono classificare in iniziali, centrali e finali.

I giocatori a sinistra del mazziere sono i giocatori in posizione iniziale proprio perché iniziano a parlare per primi, quelli a destra giocano in posizione finale, gli altri si trovano in posizione centrale.

Perché conviene giocare più mani in posizione finale?
Semplice, si fanno più soldi, ma non perché ricevete carte migliori, ma perché potete sfruttare le maggiori informazioni acquisite.

Vediamo una mano di esempio:
John si trova a sinistra del mazziere in “under the gun” (il primo a parlare), rilancia sul big blind.
Frank call, tutti gli altri fold.

posizione L'importanza della posizione nel poker seconda parte

Al flop Q fiori 7 – fiori – 2 quadri John punta 60$ in continuation bet (continuare la puntata), Frank fa call.
Al turn un 5 picche che non cambia la situazione.
John, pur avendo una buona coppia di partenza adesso si trova in difficoltà, perché Frank ha fatto call?, Ha una mano più forte?
Decide quindi di essere cauto e fa check, ma Frank punta. Questa diventa una situazione difficile: Fare call con il rischio di perdere di più al river, o fare fold ma con il rischio di perdere il piatto con l’avversario in bluff?
Queste sono le situazioni che dovreste sempre evitare di creare.

Come comportarsi dunque?
Giocate solo mani fortissime fuori posizione e scartate le rimanenti, adottate un gioco più loose ed aggressivo nelle posizioni finali.

Alcuni professionisti preferiscono non giocare anche AQ in “under the gun”
Perché?
Perché se si vince, si rischia di guadagnare poche chips, se invece ci si scontra contro KK, AA, AK, mani che ci dominano completamente, a causa della posizione svantaggiosa si rischia seriamente di perdere tante chips.

Esempio:

Ho in mano AQ, inizio a parlare per primo e decido di rilanciare.
Il mio avversario tra le ultime posizioni decide solo di vedere, tutti gli altri fold.
Rimaniamo in due.

Al flop scende A-8-9, tocca a noi iniziare, ci sentiamo invincibili, e se invece il nostro avversario avesse AK? Sarebbe un dramma! Noi inizieremmo a spingere e rischieremmo seriamente di lasciare tutte le chips sul piatto.

Se invece al preflop avesse iniziato per primo l’avversario, avrebbe sicuramente rilanciato, tentando di sfoltire il numero di giocatori al tavolo, e noi ci saremmo potuti accorgere della sua forza giocando di conseguenza.

Chi gioca dal bottone, se tutti gli altri foldano prima di lui, dovrebbe rilanciare, il valore delle carte in mano è relativo, la posizione finale va sfruttata.

 
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One Response to “L'importanza della posizione nel poker seconda parte”

  1. [...] Numero di giocatori Giocatele in posizione, e con un buon numero di avversari, infatti, più giocatori giocano, più il piatto diventa grosso, [...]

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