Tempo fa era stato elaborato un “Libro verde su gioco d’azzardo” con l’obiettivo generale di giungere ad una armonizzazione del gioco d’azzardo nei diversi stati dell’Unione Europea.
Da tempo infatti, anche i giocatori meno informati , di poker, di casino, o di altri giochi online, si saranno accorti di come i diversi sistemi che si sono insediati in alcuni stati dell’unione Europea, in Particolare Italia e Francia, sembrano fare più gli interessi dello stato che del giocatore.
Molte, troppe sono le lamentele che arrivano da ogni parte, ma i Governi sembrano proprio non sentire ragione e proseguono quasi incontrastati verso i loro obiettivi nascosti (incassare il più possibile dalle tasse sui giochi online), a discapito di quelli dichiarati (assicurare adeguate forme di garanzia e di tutela ai giocatori).
La Spagna ad esempio, tramite la Remote Gambling Association (RGA) ha riconosciuto, che la tassazione che lo stato spagnolo intende applicare, sul fatturato invece che sui profitti lordi, tutela solamente gli interessi dello stato, mentre minaccia gli operatori di gioco.
In questo modo, fa notare la Online Gambling Trade Association, associazione composta anche da Ladbrokes, PartyGaming e Bet365, il sistema scoraggia le società ad entrare in un settore non redditizzio, riducendosi paradossalmente, aggiungerei io, il prelievo fiscale tanto ricercato dallo stato.
Un esempio negativo da non seguire ne è il sistema di tassazione Francese, al momento infatti, dopo sette mesi, i risultati non soddisfano appieno le società che hanno deciso di puntare su questo mercato.
Un prima bozza del Libro Verde è già stata consegnata lo scorso 11 Gennaio 2025, mentre adesso si passerà alle consultazioni.
Il commissario europeo al mercato interno Michel Barnier con i suoi collaboratori, sulla base delle risposte che otterranno dalle parti chiamate a discutere le questioni sopra accennate, otterranno le informazioni necessarie per poter stabilire, ed era ora, se i sistemi di regolamentazione del gioco d’azzardo creati a proprio piacimento dai diversi paesi debbano essere oggetto di un intervento da parte dell’Unione Europea.
A mio avviso è ancora troppo poco, ma almeno qualcosa sembra muoversi.
Ritengo che sia correttissimo un intervento dell’Unione Europea, soprattutto in Italia, facciamo parte dell’Europa Unita o tutto ciò sta solo nella carta?
Istituzioni Europee datevi da fare perché spero un giorno di poter decidere liberamente in quale poker room giocare, senza più sentire dire che un sito AAMS è legale, mentre uno non AAMS non è legale solo perché ha deciso di non voler pagare le tasse anche allo stato italiano, quando i più esperti sanno bene che alcuni siti chiamati “illegali” sono 100 volte più sicuri e corretti dei .it
Pensate a Pokerstars, il più grande sito di poker al mondo, fino a poco tempo fa era considerato illegale, poi ha comprato la licenza italiana e adesso è un sito AAMS legale, sicuro e che tutela i giocatori.
Sicuramente, sicuro lo era anche prima, solo che adesso versa parte delle proprie entrate all’erario Italiano 🙂 ed è quindi diventato legale.
Ci sarà posto per una poker room europea (legale) con giocatori provenienti da tutti i paesi membri dell’Unione nella nostra Unione Europea? Eppure mi sembra che l’U.E. sia nata da un bel po’ di tempo, ma allora perché ogni stato stabilisce ancora proprie regole in un mercato così importante e globale come quello del gioco d’azzardo?
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