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Come giocare la fase finale di un torneo di poker

 


Optimized squalo Come giocare la fase finale di un torneo di pokerArrivate sempre più spesso alla fase finale di un torneo ma poi non siete in grado di ottenere un degno piazzamento? Allora è venuto il momento di fare un salto in avanti ed imparare a giocare nel modo migliore la fase finale dei tornei.

La fase finale è sicuramente la più dura e la più difficile. Dopo che i primi polli sono andati fuori rimangono i più bravi, i più tosti, forse anche qualche fortunato.
I tornei sono difficili, alcuni giocatori di poker prediligono gli stessi ai sit and go o al cash game proprio per specializzarsi nel gioco dei tornei ed acquisire con il tempo una marcia in più rispetto a tutti gli altri avversari.

Affrontare un torneo è difficile perché tante sono le cose da sapere, ma se il vostro problema è la fase finale, allora siete già a metà strada, vi basta percorrere solo l’altra metà e per fare ciò è necessario saper utilizzare la giusta tattica.

Rubare i bui.

Quando si arriva alla fase finale di un torneo, alcune operazioni diventano fondamentali, come ad esempio rubare i bui.
Rubare i bui nelle prime fasi di un torneo non è operazione da effettuare perché poco conveniente e molto rischiosa.
Nelle fasi avanzate invece il discorso cambia: I bui aumentano e possedere più chips rispetto agli avversari diventa essenziale.
Di una cosa bisogna stare attenti: lo stack dei giocatori a cui si sta cercando di rubare il buio.

Un avversario con un stack molto consistente difficilmente si farà scoraggiare da un vostro rilancio, anzi, potrebbe sfruttare il momento per mandarvi all-in.
Allo stesso tempo cercare di rubare i bui a chi ha uno stack simile al vostro o troppo basso potrebbe essere egualmente sconveniente.
Supponete di avere uno stack di 25 mila
I bui sono 1000-2025
Il grande buio ha uno stack di 10.000

Il grande buio punta i 2000, voi rilanciate x3 fino a 6000. A questo punto il grande buio ha poche scelte, o passa senza pensarci sopra, oppure va all-in per mettervi in difficoltà. Mai rischiare di diventare committed e dover vedere solo perché dopo aver messo nel piatto troppe chips non si può far a meno di mettere le rimanenti. Dopo aver puntato 6000 chips, indipendentemente dalle carte in mano, non si può più pensare di passare, bisogna vedere.

Sfruttare l’immagine

L’immagine al tavolo è importantissima e bisogna sfruttarla a proprio favore. Se al tavolo ci si è guadagnato una immagine di giocatore chiuso potrebbe essere conveniente sfruttare la situazione e piazzare qualche bluff. Se viceversa si ha l’immagine di giocatore loose, la stessa potrebbe essere utilizzata per far credere agli avversari di non aver una buona mano quando in realtà si ha un ottimo punto.

Applicare lo squeeze

La tecnica dello squeeze consiste nel contro-rilanciare un rilancio avversario seguito da uno o più call di altri giocatori.
In questo caso infatti è molto probabile che sia solo il primo giocatore a possedere una buona mano. Gli altri, che hanno deciso solo di vedere, è possibile che abbiano una mano media. Se la loro mano fosse stata forte avrebbero sicuramente rilanciato per cercare di sfoltire gli avversari al tavolo.

In una situazione del genere il piatto potrebbe aver raggiunto somme considerevoli e quindi è bene approfittarne.
La tecnica dello squeeze può però essere utilizzata se la propria mano è buona, ma soprattutto se si ha la quasi certezza che gli altri avversari decideranno di passare.

Andare all-in e chiamare un all-in

Nella fase finale di un torneo i bui si fanno molto alti. Se il nostro capitale si è ridotto notevolmente allora è arrivato il momento di andare all-in. Non si può più attendere una buona mano, bisogna buttarsi. Anche in questo caso però si deve cercare di scegliere il momento più giusto. Non andate all-in (sempre se non avete un’ottima mano) se già un avversario con grande stack ha rilanciato in precedenza perché potete state tranquilli che vi chiamerà.

Se siete corti andate in all-in contro avversari che hanno il vostro stesso stack, anche leggermente più basso o più alto va bene. Per loro sarà davvero difficile decidere, perché si giocheranno tutto il torneo in un solo colpo.

Chiamare un all-in è però diverso dall’andare in all-in, quindi fate attenzione!

Chiamate anche con carte mediocri (se avete comunque un buono stack) se l’avversario che va all-in è davvero corto, è possibile in questo caso che il giocatore decida di andare in all-in perché non ha più nulla da perdere. In queste circostanze ha poca importanza la mano che si possiede.

Scegliere i giusti tempi

E’ verissimo, nelle prime fasi di un torneo bisogna giocare tranquilli e solo in posizione, foldare mani anche quasi buone, figuriamoci quelle spazzatura, e stare al proprio posto per poi entrare nel bello del gioco quando i bui iniziano a farsi sentire. Non bisogna però dimenticare che non si può rimanere troppo indietro.

Se gli avversari al tavolo iniziano a farsi grossi stack, se i bui iniziano a crescere e voi non iniziate ad aggredire, rischiate solamente di farvi schiacciare da lì a poco tempo. Quando i bui crescono si aggredisce, deve essere una attività automatica. Se non passano le carte si aggredisce lo stesso o in breve ci si ritroverà a dovre andare all-in perché si possiede uno stack troppo basso rispetto alla grandezza dei bui e degli stack avversari.

Per concludere: E’ correttissimo non prendere tanti rischi, soprattutto quelli inutili, nelle fasi iniziali di un torneo, ma è altrettanto corretto non addormentarsi quando è giunto il momento di entrare in azione.

 
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