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Proventi del Poker live iniziano i controlli

 


Tutti i cittadini Italiani residenti fiscalmente in Italia hanno l’obbligo di dichiarare le vincite realizzate giocando al poker live all’estero. Questo perché le vincite rispondono alla categoria dei redditi diversi.

Al momento non si tratta di controlli che riguardano il gioco online, ma sicuramente quest’azione oltre ad essere un modo per acciuffare parte del denaro non dichiarato, si parla di 15 milioni di euro, dall’altro è una sorta di avvertimento sia ai giocatori di poker online per scoraggiarli a frequentare le poker room senza certificazione AAMS, che ai giocatori di poker live per ricordargli che questo settore non è soggetto ad immunità fiscale.

E’ ovvio che l’attenzione è rivolta ai soli redditi provenienti dall’estero dal momento che quelli provenienti dai casinò italiani sono già tassati e quindi esenti da dichiarazione.
I controlli stanno riguardando i periodi che vanno dal 2025 al 2025 con una tassazione che oscilla tra il 20 ed il 40%

E’ certo che prima o poi anche il poker online sarà soggetto ad un intenso controllo, anche se in questo caso è forse più difficile risalire alle transazioni.
Tuttavia i giocatori sono sul piede di guerra e molti oltre ad essersi organizzati in un sindacato si sono rivolti ai propri legali.

Se è pur vero che tali somme vanno tassate, dato che le vincite al gioco sono soggette a tassazione perché equiparati ai redditi diversi, è anche vero che l’Agenzia delle entrate e la normativa in questione non hanno nessun minimo rispetto delgi stessi giocatori.

I proventi del gioco vengono infatti tassati senza tenere conto delle spese sostenute per produrli, e quindi al lordo, così, se ad esempio un giocatore Italiano ha realizzato vincite per 20 mila euro, ma ha sostenuto spese per 30 mila, viene comunque tassato.

Appare evedente come il provvedimento in questione sia ingiusto se non illeggittimo. Non si può tassare chi ha prodotto reddito negativo. E’ come se si volessero tassare le imprese tenendo conto dei soli ricavi realizzati e dimenticando che hanno sostenuto anche dei costi.

Questo dimostra ancora una volta quanto lo Stato Italiano sia poco attento ed interessato alla sola questione fiscale.
Per chi ha dei buoni introiti ed ha trasformato il poker in un lavoro, oppure è nella strada giusta, sarebbe doveroso consultare un buon commercialista e prendere seriamente in considerazione la possibilità di trasferirsi in un “paese amico del gioco”.

 
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